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martedì 17 luglio 2018

Cft, in attesa di perfezionare la fusione con la Spac Glenalta, acquista azienda bergamasca

Il perfezionamento dell'operazione, dal valore di 25 milioni di euro, è sospensivamente condizionato all’efficacia della fusione con Glenalta

La Comac di Bonate Sotto passa alla Cft di Parma il 61,72% delle quote. L'operazione si è conclusa nella serata di lunedì 16 luglio. 

L'acquirente è vicina alla quotazione dell'Aim.

La Cft che conta oltre 600 dipendenti e ricavi consolidati pro-forma per circa 200 milioni ha rilevato il 61,72% della Comac di Bonate. Comac conta circa 150 dipendenti, vanta un fatturato di 33,1 milioni, un Ebitda pari a circa 6,1 milioni, un utile netto di circa 3,9 milioni oltre a una posizione finanziaria netta per circa 4,7 milioni. 

Ad acquisizione completata, il consiglio di amministrazione di Comac sarà composto in maggioranza da consiglieri nominati da Cft, mentre le deleghe operative rimarranno in capo ai soci venditori, che saranno tra i componenti – di minoranza – del cda.

L’azienda bergamasca fondata nel 1990 è attiva nella produzione di macchine per la confezione, l’imballaggio e la distribuzione di prodotti alimentari, con un particolare focus sugli impianti di infustamento della birra. 

Si tratta di un’operazione di 25 milioni di euro da corrispondersi al closing (che avverrà nelle prossime settimane), a fronte di una valutazione del valore della società di circa 40,5 milioni.

“Il perfezionamento dell’acquisizione è sospensivamente condizionato all’efficacia della fusione con Glenalta ed è previsto entro il 10 settembre 2018” si legge in una nota della Spac (Special purpose acquisition company) con sede a Milano. 

Una fusione finalizzata alla quotazione di Cft all’Aim Italia, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle Pmi che vogliono investire nella loro crescita.

I soci della Comac – i fratelli Giuseppe e Marco Scudeletti, insieme ai fratelli Giorgio e Fabio Donadoni – detengono l’intero capitale sociale dell’azienda bergamasca.

È prevista un’opzione, per cui fra cinque anni potrà essere ceduto il restante 38,28% del capitale.